L’immagine Ritrovata punta su Quantel


Il laboratorio L’Immagine Ritrovata è attualmente una realtà eclettica che abbraccia un ampio raggio di lavorazioni dall’analogico al digitale. Specializzato, sin dalle sue origine, nel restauro cinematografico fotochimico, si è ampliato enormemente negli ultimi due anni acquisendo apparecchiature digitali tali da consentire sia complesse lavorazioni di restauro dalla pulizia digitale alla color correction e restauro del suono, sia di iniziare a muovere i primi passi nel campo della post produzione audio e video.
L’Immagine Ritrovata nasce nel 1992 da un gruppo di tecnici formatisi in un corso biennale sul restauro cinematografico promosso dalla Cineteca del Comune di Bologna e sostenuto fra gli altri dall’Istituto per i Beni Culturali.

Obiettivo del corso, all’epoca, era di formare del personale tecnico in grado di operare nel campo del restauro cinematografico con competenza tecnica e con rigore filologico, fornendo agli archivi di tutto il mondo una struttura in cui poter restaurare al meglio i film da loro conservati.

L’anima del laboratorio mantiene a tutt’oggi queste caratteristiche cha hanno trovato un nuovo e stimolante rilancio con il digitale; questo settore ha segnato infatti una svolta nella storia del laboratorio, una nuova fase iniziata nel luglio del 2006 con la sua acquisizione da parte della Cineteca del Comune di Bologna, questa importante operazione ha permesso una fondamentale riqualificazione del laboratorio e una ulteriore espansione della cineteca nell’ambito del restauro cinematografico e dell’industria audiovisiva.

“La nostra missione primaria è il restauro del patrimonio cinematografico mondiale, soprattutto in pellicola.” così afferma Davide Pozzi, per definire la struttura bolognese di cui è alla guida, “L’Immagine Ritrovata. “Si tratta di un vero e proprio luogo di ricerca nel campo delle tecniche e dei metodi del restauro.”

Con tale affermazione programmatica vengono sottolineati subito due concetti importanti: viene circoscritto subito il ruolo essenziale di questa struttura che raccoglie un gruppo di tecnici altamente specializzati spinti dall’idea che per la sua natura il restauro del cinema sia una forma d’arte, che comporta diverse conoscenze intrecciate dei problemi storiografici, metodologici, filologici tecnici e una sensibilità raffinata, proprio come in ogni altra forma di restauro.

Il secondo punto sottolineato è che siamo di fronte a un laboratorio di restauro cinematografico, essenzialmente legato per sua genesi alla struttura madre, la Cineteca di Bologna, però, al contrario di quanto potrebbero pensare in tanti, il lavoro non viene svolto esclusivamente per tale rinomata struttura. Effettivamente, L’Immagine Ritrovata è un vero laboratorio di sviluppo e stampa consolidato che ha anche aperto una nuova struttura interamente digitale per operare con una clientela internazionale, per quasi tutti gli archivi italiani (Roma, Torino, Milano, Gemona del Friuli) e per molte cineteche nel mondo, come a esempio la Cinémathèque de Toulouse, la Library of Congress, etc.

Punto nodale della struttura è il laboratorio fotochimico che si è recentemente ampliato anche nel dominio digitale; in questa sezione vengono scansionate le pellicole in 2K, poi viene applicata la correzione colore con eQ di Quantel e poi, secondo le esigenze si ottiene un master video, oppure si passa al film recording per tornare in pellicola.

Il laboratorio di sviluppo e stampa esiste dal 1992, mentre dal giugno del 2007 è stato aperto il settore digitale. Qui sono disponibili scanner in 2K e 4K, telecinema, due postazioni per la color correction, di cui una è centrata su eQ di Quantel, affiancate da un completo set di apparati per il restauro dell’audio, sia all’acquisizione delle colonne sonore e il trattamento tramite ProTools HD1. Quindi il video segue per così dire la sua strada e così fa l’audio, poi, una volta soddisfatti delle sessioni di restauro le due sezioni vengono ricomposte in sincrono e si passa allo scarico su master video; oppure, se è necessario, si può tornare alla pellicola, si effettua un film recording e poi si stampano le copie positive che spesso vengono proposte ai festival.

La macchina Quantel che è stata comprata qui poco prima della fine del 2007 è un eQ affiancato da QColor, dotato di 800 minuti di storage in SD o 400 in HD.

Dal momento del recente acquisto, precisamente avvenuto inizio del novembre scorso, la macchina Quantel ha già operato su addirittura 80 e più master, partendo dal giorno successivo all’installazione e lavorando sette giorni su sette e per 24 ore, fino a Natale 2007.

Pozzi commenta:” Si è dimostrata molto affidabile, dal momento in cui è arrivata l’abbiamo estratta dalla confezione e non appena fuori dal cartone ha iniziato a lavorare e produrre master finiti con turni massacranti. Oltre che per il cinema, la struttura è attiva anche verso il broadcast: sono stati realizzati numerosissimi prodotti finiti, infatti l’Immagine Ritrovata anche grazie al fatto che non esistono molti centri specializzati in restauro, conta molti clienti internazionali.

“Conoscevo già Quantel perché l’ho già vista diverse volte in azione in diversi altri laboratori,” dice Davide Pozzi, “mi è piaciuta molto l’affidabilità generale e la precisione nelle operazioni di correzione colore. Dato che siamo nati e ci siamo specializzati verso il restauro, ma poi siamo cresciuti molto, con questa macchina ci sentiamo ancora più forti e in grado di spingerci anche verso la post produzione in genere. Quindi proprio con eQ intendiamo fare il primo passo verso lavori di post produzione per conto terzi. Possiamo affrontare operazioni di titolazioni a ottimi livelli, applicare effetti, creare compositing completo, al punto che al momento eQ occupa un’area “generica”, mentre appena possibile intendiamo riposizionarla in una suite dedicata più consona al ruolo che gioca.”

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