Il 92,3% di tutto il traffico di posta elettronica inviato nei primi tre mesi del 2008 è rappresentato da messaggi di mail spazzatura. Ogni giorno 23.300 nuovi siti internet vengono utilizzati dagli spammer per svolgere iniziative illecite. L’Italia è ottava in classifica con il 3,6 % di spam globale prodotto Sophos, società leader a livello mondiale nel settore della sicurezza informatica e nella tecnologia di controllo dell’accesso alla rete (NAC), ha pubblicato l’ultimo rapporto sui dodici Paesi che hanno prodotto la maggior quantità di spam nel primo trimestre del 2008. Analizzando tutti i messaggi contenenti trappole, ricevuti dalla rete globale Sophos, gli esperti di SophosLabs hanno riscontrato che il 92,3% di tutte le mail inviate nei primi tre mesi del 2008 è costituito da messaggi di spam. In questo periodo, inoltre, Sophos ha individuato 23.300 nuovi siti web al giorno, in altre parole uno ogni tre secondi, che vengono sfruttati dagli spammer per svolgere le proprie attività illecite.
La principale novità della classifica di questo trimestre è rappresentata dal piazzamento della Turchia sul terzo gradino del podio. I computer turchi compromessi contribuiscono attualmente al fenomeno dello spamming inviando il 5,9% delle mail spazzatura in circolazione nel mondo, una percentuale che nell’ultimo trimestre del 2007 era ferma al 3,8%.
Tra gennaio e marzo 2008, Stati Uniti e Russia, pur essendo riusciti a ridurre il volume di spam prodotto rispetto all’ultimo trimestre del 2007, hanno mantenuto salda rispettivamente la prima e seconda posizione in classifica. Ciononostante, nel corso dell’ultimo anno, il numero dei messaggi di spam provenienti da computer russi compromessi è più che raddoppiato. Nel primo trimestre del 2007 la Russia occupava la decima posizione in classifica facendo registrare solo il 3% dello spam prodotto a livello mondiale. Allo stato attuale la percentuale totalizzata dalla Russia è pari al 7,4%.
Rispetto all’ultimo trimestre del 2007, la Gran Bretagna ha incrementato la propria percentuale di spam dal 2,5% al 3,4%, scalando quindi due posizioni in classifica e attestandosi al decimo posto. L’Italia invece è rimasta pressoché stabile, passando dal 3,5% all’attuale 3,6% dello spam prodotto e l’ottavo posto in classifica.
I dodici Paesi che hanno prodotto la maggior quantità di spam da gennaio a marzo 2008 sono i seguenti:
1. Stati Uniti 15,4%
2. Russia 7,4%
3. Turchia 5,9%
4. Cina (inclusa Hong Kong) 5,5%
5. Brasile 4,3%
6. Corea del Sud 4,0%
7. Polonia 3,8%
8. Italia 3,6%
9= Germania 3,4%
9= Gran Bretagna 3,4%
11. Spagna 3,3%
12. Francia 3,2%
Altri 36,8%
“Il debutto della Turchia nelle prime tre posizioni della classifica all’inizio dell’anno dà un nuovo interessante assetto alla classifica, ma ciò non significa che gli altri Paesi possano permettersi di abbandonare la lotta contro il fenomeno dello spam. Lo spam è un problema globale che coinvolge tutti gli Stati e come tale va affrontato”, ha dichiarato Walter Narisoni, Sales Engineer Manager di Sophos Italia. “Gli Stati Uniti continuano a inviare una quantità di spam di gran lunga superiore a quella di ogni altro Paese, ma il divario con le restanti nazioni si accorcia sempre più. Da questo si evince che gli utenti statunitensi hanno acquisito maggiore consapevolezza del problema e della necessità di proteggere meglio i propri computer”.
Lo spam sul web. Gli esperti di Sophos hanno constatato che il numero sempre più alto di siti web creati ad hoc dagli spammer mette seriamente a rischio la sicurezza delle organizzazioni. Con sempre maggior frequenza gli spammer tentano di aggirare i filtri antispam meno sofisticati inserendo link nei propri messaggi con l’intento di attirare ignari utenti su siti web che nascondono programmi maligni pronti a infettare i PC dei malcapitati. Pertanto le aziende devono assicurarsi di aggiornare regolarmente i propri filtri antispam e che questi siano in grado di tutelare le proprie reti e i propri utenti dalle più recenti minacce alla sicurezza.
“Fino a quando gli spammer continueranno a realizzare profitti con i loro perfidi stratagemmi, il problema dello spam continuerà a sussistere”, ha dichiarato Walter Narisoni. “Le aziende devono aprire gli occhi su questo rischio e rendersi conto di quanto sia importante bloccare in quarantena i messaggi di spam prima che vengano recapitati ai propri utenti. Adottando idonee misure di sicurezza, le organizzazioni non solo possono risparmiare tempo e denaro, ma anche salvaguardare i propri utenti da ulteriori rischi in agguato su Internet, derivanti dai messaggi di spam che contengono link a siti web infetti”.
La classifica per continente
La distribuzione geografica dello spam per continente da gennaio a marzo 2008 è la seguente:
1. Asia 34,3%
2. Europa 30,7%
3. Nord America 18,9%
4. Sud America 14,2%
5. Africa 1,1%
Altri 0,8%
Asia ed Europa continuano a guidare la classifica per continente totalizzando nel complesso il 65% dello spam in circolazione nel mondo nei primi tre mesi del 2008. Entrambi i continenti hanno fatto registrare un incremento del volume di spam prodotto rispetto all’ultimo trimestre del 2007: l’Asia è passata dal 32,1% al 34,3%, seguita a ruota dall’Europa con il 30,7% contro il 27,1% del precedente trimestre. Il Nord America occupa stabilmente la terza posizione, ma è riuscito a ridurre ulteriormente la quantità di spam prodotto dal 26,5% al 18,9%.
“Lo spam è un fenomeno globale e riguarda tutti coloro che possiedono una connessione Internet”, ha aggiunto Walter Narisoni. “Le cifre relative al primo trimestre del 2008 dimostrano che un esercito di criminali informatici spinti dalla sete di guadagno controlla attualmente più computer zombie in Asia ed Europa che in Nord America. L’impennata nel volume di spam inviato da questi due continenti non significa però che gli spammer operano da queste aree del globo, bensì che i computer residenti in queste regioni sono sprovvisti di adeguata protezione. Se gli utenti non si adoperano per aumentare la propria sicurezza e non aggiornano regolarmente il proprio software di protezione, corrono il rischio di lasciare i propri computer in balia degli hacker, che li usano come zombie da cui diffondere malware”.
Per maggiori informazioni su come minimizzare l’esposizione allo spam, consultare “Semplici misure per evitare lo spam” all’indirizzo www.sophos.it/security/best-practice/
Nota: Sophos mette a disposizione tramite feed RSS informazioni gratuite e costantemente aggiornate sul malware più recente e news sulla sicurezza. Per maggiori informazioni visitare: http://www.sophos.it/feeds