Mancano ancora un po’ di anni, ma gli scienziati sarebbero prossimi ad annunciare l’invenzione di un nuovo innovativo materiale invisibile che avvolto intorno agli oggetti farà scomparire dal campo visivo umano qualsiasi cosa. Lo rivela l’edizione online del «Times».
Le ricerche sono condotte dall’Università californiana di Berkeley e sono finanziate dalle forze militari statunitensi e seguono alcune ricerche dell’equipe dell’Imperial College di Londra sui forni a microonde.
L’idea dei ricercatori è che “piegando” la luce attorno a un oggetto, questo può essere reso invisibile. Xing Zhang, che guida l’equipe californiana spiega: «Nel caso di cappe o scudi dell’invisibilità, il materiale dovrebbe piegare le onde luminose completamente attorno all’oggetto, come l’acqua di un fiume che scorre attorno a una roccia». Un osservatore, in quel caso, vedrebbe la luce che viene da dietro all’oggetto, facendolo scomparire alla sua vista.
Sostanze del genere, capaci di questi risultati fantascientifici, sono note come “meta-materiali”, ed hanno il potere di “catturare” la radiazione elettromagnetica e deviarla progressivamente. Non esistono in natura, e solo negli ultimi anni, grazie all’ingegneria delle nanotecnologie, che manipola la materia a livello di atomi e molecole, gli scienziati hanno iniziato a tentare di crearle.
I ricercatori di Zhang hanno dovuto lavorare su scale meno che microscopiche per sintetizzare il materiale che devia la luce, muovendosi in uno spazio, scrive il Sunday Times, di 0,00000066 metri, un’operazione impensabile prima dell’esplosione delle nanotecnologie. Secondo il domenicale le possibili applicazioni militari della ricerca sponsorizzata dal Pentagono sono notevoli: ad esempio potrebbe portare a una nuova generazione di mezzi “stealth”, di aria ma anche di terra, che non sfuggono solo ai radar come gli attuali bombardieri in dotazione all’aviazione militare Usa, ma anche alla vista.
I due giornali scientifici «Science» e «Nature» pubblicheranno a breve articoli dettagliati sulla scoperta.
Fonte:lastampa.it