Lo spazio su internet incomincia a scarseggiare, non la capienza dei dischi, che anzi è sempre più abbondante, ma ha mancare è la possibilità di accogliere in rete nuovi computer, vista l’impossibilità di assegnare a ognuno il necessario codice identificativo.
Su internet, infatti, ogni macchina è classificata tramite un indirizzo Ip, e ora gli Ip stanno rapidamente esaurendo.
Per una convenzione risalente agli albori della rete, ogni Ip è composto di 32 bit,ovvero una sequenza di trentadue 0 o 1, per un totale di oltre 4 miliardi di combinazioni possibili.
Un numero che sembrava praticamente infinito negli anni Sessanta, ma che a stime condotte ai giorni nostri si rivela drammaticamente limitato.
Negli anni sono state proposte varie soluzioni, in particolare l’adozione di una nuova codifica a 128 bit, chiamata Ipv6, che farebbe di colpo esplodere il numero potenziale di indirizzi a oltre 3 miliardi di miliardi di miliardi.
Ora la prestigiosa Business School di Harvard propone una soluzione di passaggio, basata su criteri puramente economici.
Le regole attuali impediscono che gli stock di indirizzi Ip possano essere venduti da un operatore che non li usa a un altro che ne abbia bisogno. Il professor Benjamin G. Edelman, di Harvard, propone di liberalizzare il mercato degli Ip, sostenendo che il libero commercio scongiurerà l’intasamento e valorizzerà la nuova codifica Ipv6.
dare un prezzo farà capire agli operatori che gli indirizzi Ip hanno un valore, e ci sarà chi tenterà di liberarne un numero maggiore, magari passando gradualmente all’Ipv6. Questo genere di scambi, sostiene Edelman, è a prova di speculazioni, visto che prima o poi, con l’adozione della nuova codifica, il valore dei vecchi Ip sarà pari zero.
E a chi gli fa notare che il commercio degli Ip finirebbe fatalmente per gravare sugli utenti finali, Edelman dice di non preoccuparsi: “Se anche il prezzo di un indirizzo Ip dovesse aumentare di cento volte, i consumatori neanche se ne accorgerebbero”.
Si calcola che gli indirizzi Ip ancora disponibili per l’assegnazione siano meno di 600 milioni. Secondo l’Internet Assigned Numbers Authority, ai ritmi attuali gli Ip si esauriranno entro marzo del 2011.