Secondo a un rapporto del Wall Street Journal e alle solite fonti bene informate Google sarebbe da tempo in trattativa con le major del cinema nel tentativo di strappare un accordo per la distribuzione di film su youtube.
Il portale di condivisione multimediale da 100 milioni di utenti unici al mese, stretto tra le speranze di guadagni fuori parametro e conti costantemente in rosso, si avvierebbe così verso la naturale conclusione della sua lunga caccia alla partnership con i produttori di contenuti professionali.
Dop essersi assicurato accordi con Disney, Time Warner e altri, dopo aver dato il la a un programma di revenue sharing con quegli utenti autori dei video ad alto tasso di stupidità popolarità, GoogleTube non potrebbe individuare un partner migliore che le major cinematrografiche hollywoodiane.
Scarsi i dettagli trapelati in merito alle trattative, tra questi il prezzo dei videonoleggi in streaming (3,99 dollari) perfettamente allineati a quelli della concorrenza (iTunes di Apple in primis), nonché alcuni tra i grossi nomi coinvolti vale a dire Lions Gate, Sony, Metro-Goldwyn-Mayer e Warner Bros.
I titoli in noleggio verrebbero resi disponibili nello stesso giorno della distribuzione della controparte per l’home video, mentre la stragrande parte del guadagno (70 per cento, con un minimo di 3 dollari “garantiti” per visione) finirebbe dritta nelle tasche del cinema americano.
Una prima fase di beta testing del servizio sarebbe dovuta partire questo settembre, ma a quanto pare il lungo iter dei negoziati ha spostato questa fase più in là nel tempo.
Google e le major continuano a discutere, cercando un difficile accordo sui punti più spinosi come un’adeguata protezione dei contenuti da occhi e visitatori indiscreti, eventuali modalità di fruizione “alternativa” a quella del mero noleggio.
Le parti interessate non rilasciano commenti ufficiali, mentre le fonti citate dal WSJ avvertono che le trattative potrebbero anche portare a un nulla di fatto, se le major non ottenessero le assicurazioni richieste o se YouTube dimostrasse di non poter ottemperare ai suoi doveri di distributore di contenuti digitali con blindatura a doppia mandata.
Uno degli studios coinvolti gioca poi al ribasso sottostimando l’importanza delle trattative e dicendo che in fondo colloqui come questo sono frequenti, Hollywood parla con tutti e cerca sempre nuove partnership, prova ne siano i vari store digital-multimediali di Amazon, Apple, Netflix, Microsoft e via elencando.
Quello che, obiettivamente, con YouTube assume un valore completamente diverso (anche se gli studios non lo dicono in via ufficiale) è il potenziale di guadagno delle corporation coinvolte, sui cui bilanci tenderebbero eventualmente ad abbattersi autentici fiumi di denaro vista l’indiscussa centralità del portalone di video-sharing nell’ambito del web moderno.
Quattrini che finirebbero per ripagare ampiamente la lenta ma inesorabile erosione delle vendite di supporti ottici (DVD in particolare) dovuta alla grande diversificazione dell’entertainment in corso in questi anni, e la cui entità dipenderebbe anche dalla capacità delle major di sposare una Internet (sempre e comunque globale) con un mercato del videonoleggio telematico realmente universale.