Mirror’s Edge, creato da DICE e pubblicato da Electronic Arts per Xbox 360, PlayStation 3 e PC, è un videogioco d’azione con visuale in prima persona che sfrutta il motore grafico Unreal Engine 3 e si basa su un soggetto scritto da Rhianna Pratchett.
Lo stile di gioco, incentrato sull’abilità della protagonista di correre e saltare da un palazzo all’altro sfruttandone tutti gli elementi architettonici, è influenzato dal Parkour, una disciplina metropolitana nata in Francia che lega l’estrema agilità con spettacolari acrobazie utili per superare degli ostacoli normalmente insormontabili.
Il gioco si svolge in una società di un prossimo futuro che si fa scudo, dietro gli specchi di enormi palazzi di vetro, dell’ignobile sistema con cui le notizie vengono manipolate. La protagonista è Faith, una ragazza ormai soggiogata per sua stessa volontà a questa condizione di apparente perfezione. Quando sua sorella viene ingiustamente accusata di un crimine, Faith si vede costretta a darsi alla fuga e ad unirsi a una banda di Runners, agili corrieri ribelli che, in una città nella quale le informazioni sono strettamente controllate, trasportano dati sensibili lontano da occhi indiscreti.
Lo scopo dei vari livelli del gioco è generalmente quello di correre da un palazzo all’altro, sopra condizionatori d’aria e cisterne, per raggiungere degli obiettivi, spesso posti in zone a prima vista inaccessibili. Grazie all’agilità e alle varie mosse della protagonista è infatti possibile arrampicarsi su dei tubi, percorrere dei brevi tratti di muro, spiccare dei salti molto estesi o lanciarsi da altezze impossibili calandosi lungo funi sospese; nonché percorrere particolari tracciati sfruttando vari elementi ambientali come rampe improvvisate, scatole o cornicioni.
In questo gioco si corre dall’inizio alla fine e, a parte qualche piccola deviazione, non è che si faccia molto altro.
I livelli, per la maggior parte ambientati sui tetti della città e visivamente molto estesi, danno l’impressione di una grande libertà di movimento, ma in realtà possiedono generalmente un tracciato obbligato, con poche possibilità di utilizzare strade alternative. Tuttavia il gioco si basa su una meccanica del tutto originale, che fa vivere al giocatore la possibilità di giocare come se fosse lui stesso a muoversi, mostrando, oltre alle mani, anche la parte inferiore del corpo della protagonista.
In alcune circostanze è inevitabile lo scontro fisico con le guardie, che avviene principalmente corpo a corpo con calci e pugni. Durante i combattimenti, delle sequenze in slow-motion danno l’occasione di colpire l’avversario con una salva di pugni, di stenderlo con un calcio volante oppure di disarmarlo e usare la sua arma contro di lui. La difficoltà è ben bilanciata, qualche punto è ostico ma non impossibile, e i comandi sono semplici da imparare: strisciare, saltare e arrampicarsi risulterà quasi naturale; mentre un po’ meno lo sarà la fase di combattimento.
Il comparto grafico, dotato di uno stile molto particolare e caratteristico, è di gran classe: grafica pulita, colori brillanti, atmosfera “ariosa” e chiara, che riesce a ricreare perfettamente la sensazione di una metropoli futuristica. Insomma, grazie anche a una distanza visiva notevole e una fluidità ineccepibile, Mirror’s Edge è un vero spettacolo per gli occhi. Gli unici due appunti da fare sono l’eccessivo aliasing e la ripetitività dei livelli, che mancano di sufficiente caratterizzazione. La colonna sonora, principalmente in stile new age, e il doppiaggio italiano sono di buona fattura, eccezion fatta per la prestazione di Asia Argento, che presta la voce all’eroina Faith, decisamente non è all’altezza.
Mirror’s Edge è un titolo indubbiamente valido, dotato di grandissimi spunti, ritmi serrati e una serie di belle idee, che però sarebbero potute essere sviluppate meglio.
Le pecche principali sono la longevità molto limitata, dalle 7 alle 9 ore al massimo, la ripetitività delle situazioni di gioco, che rischiano seriamente di risultare ridondanti, e la scarsa libertà di scelta dei percorsi concessa al giocatore.
In definitiva, il gioco non è un capolavoro, ma grazie alla sua originalità e a meccaniche inedite e appaganti, getta una ventata d’aria fresca sull’attuale panorama videoludico.