Sottile, resistente, originale: la nuova classe Z della linea Latitude di Dell rappresenta senz’altro una svolta per le aspirazioni business del marchio statunitense, soprattutto perché tenta di differenziarsi dalla concorrenza. Non solo un notebook meno spesso, non solo prodotto con materiali ricercati: c’è anche spazio per qualche “esperimento” in materia di interfaccia e funzionalità, con l’obiettivo di non limitarsi a riproporre l’ennesima reincarnazione delle mother board standard.
Sul Latitude Z600, ad esempio, torna a fare capolino una feature che Dell aveva preannunciato circa un anno fa: ON. Vale a dire un sistema operativo alternativo ed essenziale, basato su Linux, che si avvia in pochi secondi e che garantisce le funzioni base della produttività (la serie Latitude si rivolge al pubblico business): email, browser, rubrica indirizzi e agenda, client per VPN e Citrix. Il tutto trova alloggio in una daughter board totalmente indipendente dal resto dell’hardware, dalle specifiche misteriose ma basata su architettura ARM, e che dovrebbe garantire circa 12 ore di autonomia quando usata in alternativa al più tradizionale Windows Vista installato.
ON, in ogni caso, non è solo una ennesima distro linux ottimizzata per la mobilità: estende le capacità del laptop anche quando il coperchio è abbassato, continuando a tenere d’occhio la posta attraverso la connessione WiFi o il modulo (opzionale) 3G. In questo modo il professionista in movimento dovrebbe poter aprire il proprio notebook e trovarvi informazioni sempre aggiornate: l’idea di Dell è che questo possa in qualche modo semplificare la vita, riducendo i tempi di attesa sia per quanto attiene il caricamento del sistema, sia per quanto riguarda il download delle nuove informazioni dalla Rete.
Non si tratta comunque dell’unica novità dello Z600: sul piano hardware si tratta del primo notebook ad integrare un sistema di ricarica wireless, grazie ad un piedistallo (opzionale, 398 dollari) sul quale appoggiarlo per avviare il riempimento della batteria. Allo stesso modo, il computer si può collegare senza fili a monitor esterno, dispositivi USB e audio: anche in questo caso, tuttavia, l’accessorio è a pagamento e bisogna sborsare altri 398 bigliettoni per dotarsene.
Nel guscio di magnesio, inoltre, sono comprese altre piccole chicche che mirano a rispondere a esigenze differenti dal semplice computing quotidiano: un lettore di impronte digitali, un chip che consente di bloccare via badge il PC, un’area sensibile al tocco – al lato dello schermo – che consente di lanciare delle utility per avviare alcuni programmi. La webcam, da 2 megapixel, è in grado di rilevare l’assenza del proprietario e bloccare completamente la macchina. La tastiera è retroilluminata, le cerniere del coperchio in metallo. Il touchpad è, ovviamente, multitouch.
Per il resto, si ritorna nello “standard”. Il Latitude Z600 è sottile, 14,5 millimetri, e pesa circa 2 chilogrammi (in configurazione “minima”): per ottenere questi due valori è stata adottata l’architettura che va per la maggiore nella tornata autunnale dei laptop, vale a dire processore CULV di Intel con chipset GS45 del chipmaker di Santa Clara, con CPU da 1,6 o 1,4GHz abbinate a 2 o 4GB di RAM DDR3. Lo schermo è da 16 pollici con risoluzione 1600×900 pixel. Disco rigido singolo o doppio, rigorosamente a stato solido e con tagli da 64 a 256GB – in questo senso, Dell tenta un affondo deciso verso la nuova tecnologia di storage. L’unità ottica, invece, è solo esterna.
Tutto questo ha un prezzo di 1.999 dollari nella versione base (processore SU9400 da 1,4GHZ, 2GB di RAM, disco SSD da 64GB e batteria a 4 celle), per salire a 2.399 se non si può fare a meno di più memoria e di 200MHz in più sulla CPU. Volendo esagerare, sostituendo il disco rigido con uno da 256GB e aggiungendo i moduli per la connettività e la ricarica senza fili, nonché una batteria a 8 celle, si superano tranquillamente i 3.600 dollari: tasse escluse. La qualità, e gli optional, come ovvio si pagano: e il Latitude Z non fa eccezione. Nessuna notizia ancora sulla commercializzazione nel vecchio continente di questa linea.
Tornando coi piedi per terra, e dando corpo alle previsioni del CEO di Intel Paul Otellini, anche la concorrenza sta gettando nella mischia delle release pre e pro Windows 7 un’ondata di laptop sottili e con processori CULV. È il caso dei Toshiba Satellite T135 e T115, rispettivamente da 13 e 11 pollici, entrambi dotati di Seven Home Premium e dalle caratteristiche hardware analoghe (processore SU4100, hard disk da 250GB, connettori eSATA e HDMI). Ma con il nuovo OS di Redmond alle porte, è il caso di dire, questo è solo