Una sentenza che mette “in chiaro” norme giuridi per quanto riguarda i dati aziendali.
la Quarta Sezione penale della Corte di cassazione con la sentenza 44840/2010, emette una sentenza che stravolge il credo comune di norme di comportamento riguardo i dati delle aziende.
Il caso ha come soggetto un impiegato che a pochi giorni dalle dimissioni, era riuscito ad ottenere una copia di file aziendali contenenti dati e offerte commerciali private.
Per elaborare i dati l’impiegato ha poi spostato i dati sul proprio indirizzo e-mail privato, e li aveva utilizzati a vantaggio di una azienda concorrente della quale era amministratore.
La sentenza dei giudici dichiara che la riproduzione non autorizzata del materiale non può essere considerata come un verp e proprio furto, poiché i dati e le informazioni presenti nei file non possono infatti, secondo la corte, rientrare nel concetto di “cosa mobile”.
Purtroppo sempre sottovalutato, proteggersi dalle minacce per le aziende non vuol solo dire utilizzare sistemi informativi per bloccare un eventuale attacco esterne ma anche creare policy di protezioni per attacchi interni.