Si definisce comunemente buco nell’ozono la riduzione temporanea dello strato di ozono (ozonosfera) che avviene ciclicamente durante la primavera nelle regioni polari; la diminuzione può arrivare fino al 70% nell’Antartide e al 40% (2011) nella zona dell’Artide.
Per estensione il termine viene utilizzato per indicare il generico assottigliamento dello strato di ozono della stratosfera che si è riscontrato a partire dai primi anni ottanta (stimata intorno al 5% dal 1979 al 1990).
Lo strato di ozono funge da filtro per le radiazioni ultraviolette (trattenendo da solo circa il 99% della radiazione UV solare), che possono essere dannose per la pelle (melanomi), causare una parziale inibizione della fotosintesi delle piante e distruggere frazioni importanti del fitoplancton che è alla base della catena alimentare marina.
Purtroppo la situazione del buco dell’ozono desta un preoccupante allarme per tutti gli scienziati del mondo, le ultime rilevazioni hanno rilevato “livelli minimi record di ozono sul settore euro-atlantico dell’emisfero settentrionale».
Per questo “problema” che interessa l’umanità intera le cause sono da imputare principalmente alle sostanze nocive nell’atmosfera che riversiamo giornalmente a causa della massiccia industrializzazione dell’ultimo secolo, ed un inverno molto rigido nella stratosfera nell’ultimo anno.
Infatti l’ultima volta che nella stratosfera si sono registrate temperature così basse è stato nel “lontano” 1997.
Articolo a cura di Stefano Lavezzi
Fonte dati Wikipedia.