Ci sono Fablab in Afghanistan, Belgio, Costa Rica, Colombia, Francia, Germania, Ghana, Islanda, India, Kenya, Olanda, Norvegia, Spagna, Sudafrica, Svizzera, Regno Unito, Stati Uniti d’America: finalmente ne abbiamo uno in Italia“: sono le parole di Massimo Banzi, fondatore del progetto Arduino e promotore insieme a Riccardo Luna, direttore di Wired e curatore di Stazione Futuro, del primo Fab Lab italiano che apre sabato 9 aprile all’interno della mostra di Esperienza Italia che ci racconta l’Italia degli anni a venire.
Ma che cos’é un Fab Lab, e che cos’è Arduino?
Il fabrication laboratory é un laboratorio munito di diverse tecnologie di fabbricazione digitale, in grado di operare su diversi materiali, con lo scopo di ‘fabbricare praticamente tutto’. In questo contesto, la tecnologia assume un aspetto popolare, diventa comprensibile e spiegabile. Al consumatore viene offerta la possibilità di diventare lui stesso designer e realizzare prodotti a sua misura, o migliorare il design di prodotti esistenti aggiungendo (o togliendo) funzionalità.
A Stazione Futuro il primo Fab Lab italiano vuole essere non solo un laboratorio di idee e prodotti – ha in dotazione infatti una macchina al taglio laser, una fresa a controllo numerico e una stampante 3D – ma anche uno spazio che funzioni da fonte di informazione sulle nuove forme di fabricazione digitale e su come queste si integrano con l’innovazione dal basso.
Sono questi gli stessi ambiti in cui opera Arduino, dietro il quale si celano tre diverse entità: una scheda elettronica che permette di programmare facilmente un microcontrollore, un Software che permette di programmare la scheda e una Comunità con un numero sempre crescente di utenti. Arduino è in pratica la piattaforma hardware nata per semplificare il processo di prototipazione elettronica, e permettere ai designer (o agli hobbisti, o a chiunque sia interessato ad approfondire argomenti come elettronica e interattività) di avvicinarsi a un mondo che è sempre stato in mano a tecnici e ingegneri. Il processo di conoscenza innescato da Arduino (quasi interamente basato sul learning by doing) è sintetizzato nel termine tinkering, che definisce lo smanettare alla ricerca di qualcosa.
Sabato 9 aprile, a Stazione Futuro, si dà il via alle attività del Fab Lab con un primo appuntamento che avrà come ospite Zack Smith, un innovatore newyorkese di 28 anni che mostrerà al pubblico interessato e curioso l’assemblaggio della Makerbot, una piccola stampante 3D dal costo contenuto, basata su una versione customizzata di Arduino. In occasione della prima lecture ospistata dal Fab Lab, sarà lo stesso Massimo Banzi a salutare Zack Smith, che ha realizzato la Makerbot nel 2009, con gli amici Bre Pettis e Adam Mayer, fondando MakerBot Industries, e dare il via ai lavori.
L’idea del fablab risponde a una delle domande più interessanti che il curatore della mostra Riccardo Luna, direttore di Wired, si è trovato a dover dare una risposta: quale può essere un futuro per il lavoro, nel nostro paese?
“Dobbiamo stimolare tutti i giovani che riusciamo a raggiungere a capire che se non trovano un lavoro è possibile inventarlo” conclude Massimo Banzi “E’ possibile creare una micro impresa basata sulle nostre capacità che sorpassa il modello del manufacturing a basso costo, non più sostenibile in Italia, sostituendolo con aziende che producono meno ma a maggiore valore aggiunto. Uno spazio di mercato dove essere Italiani è un fattore moltiplicativo del valore e non uno svantaggio competitivo”.