Internet of Things (IoT), cioè l‘internet delle cose è l’idea che sta prendendo sempre più piede nel mondo Hi-Tech e che potrebbe essere molto sviluppata in futuro. Secondo alcune previsioni, entro il 2020 molti oggetti, si parla di 50 miliardi, saranno collegati tra di loro. Che cosa significa?
Di base che internet si legherà agli oggetti di maggiore uso e che questi “comunicheranno” con noi. In questo modo, le tapparelle si potranno regolare da sole, il frigo segnalerà quando è vuoto o il rubinetto ci farà sentire un segnale quando perde. Questi sono solo alcuni esempi dello sviluppo che gli oggetti collegati tra di loro potranno portare.
L’internet delle cose è anche un business interessante per il futuro. Per l’istituto Gartner si parla di 1,9 miliardi di dollari.
Per vedere nelle case di tutti questo sviluppo tecnologici ci sono ancora degli aspetti tecnici da risolvere. Il primo è l’interoperabilità, ovvero fare in modo che oggetti diversi con protocolli diversi possano comunicare tra di loro. Il lavoro tecnico si basa sulla stabilizzazione di standard. La All Seen Alliance, che rientra in Linux Foundation, ha proprio l’obiettivo di realizzare questa comunicazione tra gli oggetti e per fare questo collabora con diverse aziende di vari settori. La tecnologia che si sta sviluppando permetterà quindi a oggetti di produzioni diverse di parlarsi tra di loro senza l’utilizzo di dispositivi esterni, sarà open source e funzionerà in Wi-Fi, BlueTooth, Ethernet o altro. A livello pratico questo significa che per collegare, ad esempio, la Tv e lo smartphone non ci sarà bisogno di installare niente.