Nasce nel 1931 ad opera di Ferdinand Porsche, famoso anche per aver disegnato la celebre Volkswagen, ovvero l’auto del popolo (dal tedesco Volks = popolo (nel caso genitivo della parola) e Wagen = auto), voluta da Hitler durante il periodo nazista e conosciuta nel tempo come Maggiolino.
Il figlio di Ferdinand Porsche, Ferdinand Anton, universalmente conosciuto col nomignolo di Ferry, collaborò strettamente con il padre, portando avanti l’azienda e creando, nel 1948, la prima vera Porsche: il modello 356. La meccanica della vettura ricalcava, nello schema, l’impostazione della Volkswagen cioè motore boxer a quattro cilindri, raffreddato ad aria, collocato in posizione longitudinale posteriore a sbalzo, cioè con il monoblocco oltre l’asse posteriore e il cambio verso l’abitacolo.
Il motore inizialmente utilizzato mantenne sostanzialmente la configurazione di quello del Maggiolino, solo con il sistema di alimentazione rivisto montando doppi carburatori, uno per bancata. Successivamente i materiali utilizzati, soprattutto per le testate, cilindri, pistoni, albero e bielle furono gradualmente migliorati consentendo regimi di rotazione più elevati e un rapporto potenza/cilindrata molto favorevole. Ancora successivamente venne introdotto, solo per le versioni più sportive, un motore molto complesso e sofisticato, dotato di un sistema di distribuzione a doppio albero a camme in testa, progettato da Fuhrmann e detto “Carrera”. Il motore basato sull’architettura a singolo albero a camme nel basamento fu comunque mantenuto e durò per tutta la produzione del modello 356, propagandosi poi anche al modello 912, fino al 1969.
La 550 Spyder
Quando il padre di Ferry, Ferdinand, morì (nel 1951), la Porsche conquistò la sua prima vittoria di classe alla 24 ore di Le Mans. Nel 1953 vide la luce la 550 Spyder, una barchetta studiata appositamente per le competizioni con un motore boxer a quattro cilindri di 1498 cc e 110 cavalli di potenza, con una potenza specifica di 73,4 cavalli/litro, non indifferente per un’auto di quel periodo.
La disposizione del motore era in questo caso a motore centrale cioè con il monoblocco verso l’abitacolo, all’interno dell’asse posteriore, e il cambio verso l’esterno. Questa collocazione dell’unità motrice conferiva una maggiore stabilità e fu applicata successivamente a modelli di serie (914, Boxster e Carrera GT).
Fonte wikipedia