Con l’incasso di 136 milioni di euro si è conclusa la gara per l’assegnazione delle frequenze WiMAX per il territorio italiano. A parte Telecom Italia, onnipresente da immemore data su tutto ciò che ha a che fare con le comunicazioni a distanza e frutta denaro, le licenze sembrano fare capo a soggetti indipendenti desiderosi di dare battaglia sul campo dei collegamenti senza fili e far nascere una competizione che dovrebbe essere tutta a vantaggio dell’utente finale, almeno in termini di denaro.
Il WiMAX dovrebbe ridurre il digital divide, annoso problema venutosi a creare perché chi fornisce copertura ADSL, non ha voluto coprire zone di territorio in cui il profitto sarebbe stato inferiore alla media, ed ha preferito promettere, promettere e promettere, finché qualcun’ altro avrebbe risolto il problema.
Prima ho detto sembra perché adesso viene il momento in cui tutti, sia chi è riuscito ad aggiudicarsi aree e macro aree e chi non è riuscito ad aggiudicarsi nulla, di mettersi d’accordo e ridividere le aree di influenza in maniera privata, tra amici, come si dice in Italia.
La concorrenza purtroppo è sempre stata una delusione in Italia, questione di educazione. Infatti fino ad ora, gli imprenditori italiani sono stati troppo educati, diciamo galantuomini, per fare una vera concorrenza ai concorrenti -scusate il gioco di parole-, sapete com’è in Italia la cortesia è d’obbligo…