Il disastro che ha colpito il nostro paese porta con se polemiche, ma anche voglia di novità per la sicurezza, e queste novità non possono che venire dalla tecnologia di oggi.
Un gruppo di ricercatori della National Taiwan University è riuscito a mettere a punto un sistema in grado di prevedere i terremoti con almeno trenta secondi di anticipo.
Un tempo sicuramente insufficiente per dare qualunque tipo di allarme, ma gli esperti ribattono spiegando che in paesi dove le comunicazioni funzionano in maniera efficiente trenta secondi bastano per stimare in maniera accurata l’epicentro, forza e velocità di accelerazione del sisma.
Si potrebbero lanciare allarmi nelle scuole e negli ospedali, avvertire le ferrovie e far rallentare la velocità dei treni in movimento, fermare le centrali nucleari e comunicare agli stabilimenti di gas naturale di interrompere le forniture per evitare eventuali scoppi.
Il team taiwanese guidato ha lavorato al progetto terremoto per cinque anni, e nonostante l’Università di Taiwan non abbia ancora presentato la documentazione necessaria per brevettare il nuovo congegno, è già sicuro che il rilevatore finirà sul mercato ad un prezzo che si aggirera su cifre abordabili.
In zone altamente sismiche come possono essere Taiwan o il Giappone, puntare sulla ricerca di dispositivi in grado di lanciare l’allarme in caso di terremoto violento in tutto il paese è fondamentale per salvare la popolazione dal disastro.
Da meno di due anni il governo di Tokyo ha messo a punto un sistema di allarme preventivo che i tre maggiori provider di telefonia mobile sono riusciti a sfruttare a vantaggio degli utenti, i quali possono essere avvertiti dell’imminente pericolo via SMS con un preavviso che dipende dalla loro distanza dall’epicentro e oscilla tra i quaranta e i dieci secondi.
La scoperta di Taiwan potrebbe aiutare a perfezionare ulteriormente questo sistema, ma è evidente che solo se reti e servizi di comunicazione elettronica e digitale coprono l’intero territorio diventa possibile.
In Italia dove il cellulare la fa da padrone e ormai le ultime stime dicono che ogni italiano possiede la media di 2,5 telefonini mobili, questo sistema sicuramente funzionerebbe a dovere, non rimane che aspettare gli sviluppi.