Nell’Italia degli scandali politico-sessuali capita anche questo: mentre la polemica sul gruppo di Facebook “Uccidiamo Berlusconi” tende a scemare, anche perché il gruppo ha cambiato nome, il social network continua a ospitare gruppi che predicano odio, pronti ad aggrapparsi a tutte le opportunità offerte dall’attualità per insultare qualcuno.
Nella rete dei gruppi “killer” è finito naturalmente anche Piero Marrazzo, presidente della Regione Lazio, autosospeso dopo lo scandalo di ricatti che lo ha travolto in questi giorni.
Come è ormai di pubblico dominio, Marrazzo ha subito diversi ricatti per aver frequentato un transessuale, come testimonierebbero alcuni video girati, tra l’altro, da uomini dei Carabinieri.
La vicenda non ci compete dal punto di vista giornalistico: ci limitiamo a segnalare l’improvvisa comparsa di un gruppo titolato Uccidiamo Piero Marrazzo, corredato, per di più, da una foto dell’ex giornalista ritoccata pesantemente. Per fortuna, tre sole adesioni hanno accompagnato la discutibile iniziativa.
Come sempre, su Facebook non si fa attendere la risposta di chi la pensa in modo opposto. Qualche timido gruppo di solidarietà è già nato e raccoglie un discreto numero di iscritti.
Sicuramente il social network più popolare ha le capacità di distruggere o esaltare un personaggio pubblico.
Una bella analisi del caso Marrazzo sul nostro sito:
http://www.camminandoscalzi.it/wordpress/il-vizietto-del-ricatto.html