Che la Cina fosse un paese ancora sotto regime di controllo questo si sapeva, ma che anche la grande G (Google) dovesse soccombere nessuno ci credeva.
Grande stupore per tutti i naviganti cinesi nell’aprire www.google.cn e trovarsi automaticamente reindirizzati su www.google.com.hk, la versione del motore di ricerca in funzione a Hong Kong.
Google in “versione hk” è un motore di ricerca sempre in mandarino, ma senza i filtri che l’azienda californiana ha dovuto accettare per iniziare a operare nella Cina continentale nel 2006.
Purtroppo se tentiamo di fare delle ricerche su parole chiavi che al governo non vanno a genio la ricerca si blocca e non si apre più nulla, neanche la più innocua delle ricerche.
Anche la ricerca delle immagini è “purificata”, con i famosi blocchi.
Tutto cambia quando attiviamo una VPN, un virtual private network che maschera il fatto che il nostro computer sia in Cina.
La Cina ha mantenuto i suoi filtri, il sistema noto come Grande Firewall che identifica e blocca ogni richiesta verso contenuti sensibili che arrivi da computer all’interno della Cina continentale.
Una censura che ai giorni nostri ha il sapore di antico.